La perfezione della sfera
Sono senza domani
le doglie infinite
del nulla vorace
- dio mai nato, e già perpetuo! -
e una nebbia fitta
come il letargo immane
che è memoria sbiadita
E' la distesa circolare
d'orizzonti che sprofondano
Gravida, carnivora
azzanna inutile l'attesa
Solo, uomo
i sensi scorticati
Scoprono i nervi dello spirito
D'intorno
Agli umori lerci, al tanfo
Rude e vero
di volti irriconoscibili
E quelle membra oscene
soffocanti
Cingono i polmoni e l'alito
strozzato
Abbraccio sordo sardonico
e ineluttabile
Così che il futuro si attarda ancora
Ancora
E ancora |