UNA CRISI CHE VA OLTRE IL GOVERNO
La ciclicità della storia trova dimostrazione, non c’è che dire, negli eventi politici che stanno caratterizzando questi movimentati giorni d’inizio 2008, col Governo Prodi che, ancora una volta, perde pezzi per strada, fino a smantellarsi, sfasciarsi rovinosamente proprio laddove non sembrerebbe esistere un motivo reale, politico, ideologico, né economico (la coalizione, dopo una dozzina di questioni squisitamente programmatiche potenzialmente in grado di disintegrare legittimamente ogni coesione, viene annegata dalla incomprensibile insurrezione pro-Mastella, uomo indegno per prassi e labilità ideologica di un paese civile, da parte di un drappello di pocoOnorevoli tragati Udeur).
Nel ’98, almeno, le ragioni della demolizione parevano politiche. Ma non è questo il punto (critico) che si vuole qui trattare. Perché si parlava della ciclicità della storia, ma in questo caso, più che di effettivo fatto intrinsecamente storiografico (e che pertanto dovrebbe essere identificabile a posteriori, e soprattutto, si suppone, isolabile come tendenza solo in un arco di tempo superiore a quello del decennio), si potrebbe a ragion veduta parlare di vero e proprio deja-vù.
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