Un vergognoso popolo di senza Dio!
"Il Pontefice non entri nell’Università!", s'udiva.
Diffusi, all’indomani, su quotidiani d’ogni colore: commenti indignati, condanne unanimi, uniformi rigurgiti di disponibilità un po’ dubbia, un po’ di comodo, verso la sacrale importanza del Vaticano - soprattutto provenienti dai territori della sinistra. Dalla destra cattolica, grida di sgomento e oltraggio. Professioni di apertura, tolleranza, ammissioni di un desiderio che alberga da sempre nei cuori dei politicanti tutti, un desiderio di confronto, dibattito: firme note, griffe di Prodi Romano, Veltroni Walter, et alii. Affinché si conceda spazio alla voce del Gran Pastore, Ratzinger. E non occorre sventolare le cifre, come fa Marco Pannella a “Porta a Porta” (né occorre soffermarsi troppo sulla miseria umana, morale, del meschino Fisichella, che onorare di titoli sembra oltremodo fuori luogo, il quale lancia l’offensiva sul personale, scatenando ogni piccolo mezzo per minare la credibilità personale – antico vizio della chiesa, quella con la ‘c’ minuscola): chiunque abbia mosso almeno un passo oltre gli italici confini, o che abbia semplicemente a disposizione il mezzo telematico (e ne faccia uso sul serio), sa che la percezione diffusa all’estero della nostra Italietta è quella di un paese perennemente inchinato, prostrato, succube della parola del Clero.
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